Intelligenza Artificiale nella cybersecurity: la tecnologia è un aiuto o una minaccia?
Alessia Stucchi ha posto il quesito ad Alfonso Balotta, Co-CEO di Agatòs Syntagma (p. 42), sullo speciale della rivista SISTEMI&IMPRESA (Este edizioni)
“Visto che con la digitalizzazione molte aree statali sono in mano a provider privati di servizio digitale, se un attaccante volesse colpire un ente pubblico sfrutterebbe le porte di ingresso delle realtà private. L’introduzione dell’AI nelle imprese, anche di dimensione ridotta, permette di migliorare la gestione dei rischi potenziali da un punto di vista massivo”, spiega Balotta. Gli analisti possono, così, concentrarsi su attività a maggiore valore aggiunto, come la gestione degli attacchi sofisticati.
L’implementazione dell’AI è, però, ancora in una fase iniziale e, per gli esperti, non rappresenta (ancora) la soluzione finale al problema della sicurezza informatica. “Non è un punto di arrivo, ma deve essere vista come punto di partenza. Non sappiamo come andrà definitivamente integrata, anche se esistono diversi studi sulla questione”, riflette Balotta. Inoltre, nonostante il progressivo sviluppo tecnologico dell’AI, Balotta asserisce che l’elemento umano rimarrà fondamentale: “Per nostra esperienza gran parte dei livelli apicali di aziende corporate non possiede una precisa consapevolezza della sicurezza informatica e un livello ancora minore di conoscenza caratterizza le Piccole e Medie Imprese (PMI). Non proteggersi significa esporsi a conseguenze importanti, tra cui anche la sottrazione di know-how. È necessario per le aziende strutturare al più presto una strategia di difesa, che investa non solo in tecnologia di cyber-security ma soprattutto in cultura e consapevolezza”.
Pensa oltre.
Buona lettura!